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chiesa san marco

NOTIZIE STORICHE:

XVIII - 1885:

All'interno del castrum sorgeva ab antiquo la chiesa parrocchiale di Sant'Angelo della Torre, rimasta probabilmente in attività fino alla metà del Settecento. Dal "libro dei morti" relativo ai primi decenni del XVIII secolo emerge che la chiesa veniva chiamata San Marco vecchio o San Marco della Torre, mentre la nuova chiesa, i cui lavori erano iniziati negli anni 1736-38, era detta San Marco nuovo. Questa era altresì chiamata Chiesa nuova del Borgo e Chiesa di San Carlo, almeno per un certo periodo. Probabilmente, a riconferma di tale titolo, è il ritrovamento di alcuni decenni fa della tela raffigurante la Vergine col Bambino sulle nubi e San Carlo Borromeo orante. L'intitolazione a San Marco finì tuttavia col prevalere, come ci ricorda anche la cartella lignea alla sommità dell'arco trionfale che recita: "Templum hoc dicatum est/ divo Marco/ 1885".

1736 - 1738:

La chiesa, costruita tra il 1736 e il 1738 circa con robusti contrafforti a rinforzo delle pareti laterali, sorge sopra un torrione ottagonale in pietra e cotto risalente ai secoli XI-XII, che costituisce l'attuale abside, esternamente di forma poligonale. La grandiosità del manufatto è dovuta proprio alla maestosa ampiezza del torrione da cui è stato anche prelevato il materiale utilizzato per la costruzione del corpo della chiesa.

2005 - 2009:

Nel novembre del 2005 il tetto della chiesa è parzialmente crollato sotto il peso della neve. Successivamente, oltre alla copertura. anche il pavimento ha subito un intervento di rifacimento; tra l'altro, la sostituzione delle grandi mattonelle in marmo degli anni '50 con l'attuale cotto ha consentito di portare alla luce le botole delle vecchie sepolture, in uso fin verso il 1820 e ora chiuse da nuove pietre tombali. La cerimonia di riapertura della chiesa, presieduta dal vescovo Mons. Armando Trasarti, è avvenuta il 25 aprile del 2009.


DESCRIZIONE:

La chiesa si erge sopra un torrione ottagonale in pietra e cotto dell'XI-XII secolo che costituisce l'attuale abside. Il fronte principale si affaccia sull'ampia piazza di Torre San Marco, compreso tra modesti fabbricati a due piani sovrastati dalla sobria maestosità ed eleganza dell'edificio sacro. Realizzata con elementi in laterizio, la facciata si articola in due registri individuati da una trabeazione fortemente aggettante posta a poco più di metà altezza; due vele in muratura, concluse da pilastrini con piccola sfera sommitale, fungono da raccordo tra il registro inferiore e superiore e celano alla vista i contrafforti che sporgono dalle fiancate della chiesa. Entrambi i settori della facciata sono poi ulteriormente suddivisi in scomparti rettangolari da due ordini di lesene con capitello tuscanico, di diverse dimensioni. A movimentare nel complesso la superficie muraria del fronte, oltre alla partitura architettonica suddetta, concorrono diversi elementi: una coppia di nicchie centinate, alcune specchiature con profilo mistilineo e i vani aperti per allogarvi le finestre e le porte. L'elemento che più richiama la nostra attenzione è l'ampio portale modanato, non tanto per la sua modesta ornamentazione quanto perché realizzato con una pietra bianca che stacca dal prevalente color cotto del paramento murario. A questo portale si affiancano due porte laterali più piccole che sembrano suggerire l'ingresso a navatelle interne; in realtà l'aula è a navata unica e le porte conducono a stanzini ospitanti rispettivamente un fonte battesimale e una scaletta a chiocciola. La facciata è infine coronata da una seconda trabeazione, più semplice, e da un frontone triangolare con timpano cieco. L'interno è a navata unica, con forme tardo barocche, ricco di stucchi e decorazioni a finto marmo; ha sei altari, oltre il maggiore, e si conclude con un'abside coperta a catino, di forma circolare all'interno e poligonale all'esterno. La navata è voltata a botte con lunette finestrate; complessivamente sono sette le finestre che illuminano la chiesa. La volta si imposta sull'alta trabeazione dentellata che corre lungo tutto il perimetro della chiesa e che si interrompe solo in controfacciata per far posto alla mostra dell'organo; fanno parte del partito architettonico-decorativo anche le lesene con capitello composito che ornano la parete absidale e i pilastri tra le arcate a tutto sesto della navata. Queste si configurano come vere e proprie cappelle e accolgono, tre per lato, gli elaborati dossali dipinti che già ornavano gli altari della vecchia chiesa del castello.

Elementi decorativi:

Oltre agli arredi lignei o in stucco sono senz'altro degni di menzione i dipinti degli altari. Ricordiamo: la seicentesca tela della Ss.ma Trinità con la Vergine e due santi intercedenti per le anime del Purgatorio, opera del maceratese Giuseppe Bastiani; la Madonna del Rosario con i misteri attorno, di Vincenzo Ricci (1614); la Madonna di Loreto, San Michele Arcangelo e San Marco Evangelista, del pergolese Giovan Francesco Ferri (1730 ca.); la pala della prima metà del '600 con la Vergine, il Bambino e gli Evangelisti Giovanni e Matteo, riconducibile al durantino Domenico Peruzzini; la Vergine con Bambino e San Carlo Borromeo orante, opera marchigiana della prima metà del '700; infine un Cristo trionfante con i Santi Sebastiano e Antonio abate, il dipinto più antico della chiesa, databile tra fine XVI e inizi XVII secolo. Infine, lo straordinario Crocifisso ligneo, di fianco all'altare maggiore, è opera cinquecentesca di intagliatore dell'alta Marca.

Campanile:

Il campanile è proporzionato alla maestosità della chiesa. Ha pianta rettangolare e la facciata più alta, che guarda verso il paese di Fratte Rosa, è rafforzata da uno sperone a cuneo con la base in pietra. Incastonato tra l'abside e il fianco sinistro della chiesa, il campanile ha la porta d'ingresso nel presbiterio della chiesa. Nella cella, sorrette da un castello in ferro, sono disposte tre campane realizzate in tempi diversi, tra il 1733 e il 1889.

Elementi decorativi:

Il catino absidale è ripartito in cinque settori, decorati a grottesche e festoni, che mostrano al centro un tondo ciascuno con l'immagine di un Evangelista, mentre in quello centrale è posta la figura allegorica della Fede. Ne è autore un pittore locale, Igino Guerrieri detto Ginetto, sindaco di Fratte Rosa all'inizio del Novecento. Egli riprodusse la medesima decorazione nei catini absidali delle due chiese di Fratte Rosa, San Giorgio e Santa Maria in Castagneto, e nella chiesa di San Martino Casalduca di Isola del Piano.
Tra le opere degne di nota ricordiamo inoltre: il coro, il pulpito, l'organo e il fonte battesimale. Il coro ligneo dietro l'altare maggiore è opera di Augusto Ceccucci del 1883-84. L'organo, attualmente non utilizzabile, sembra sia stato installato nell'ampia cantoria sopra la bussola dell'ingresso verso la fine del '700. La cantoria ha parapetto ad andamento mistilineo con specchiature composite; vi si accede tramite una scala a chiocciola nascosta, a destra dell'entrata. A sinistra, invece, sempre nascosto entro una nicchia, è il fonte battesimale in pietra calcarea e legno di noce, che un'iscrizione incisa dice "eretto con il contributo dei fedeli nell'anno del Signore 1741". Infine, sulla parete destra, sopra l'ingresso alla sacrestia, fa bella mostra di sé un raffinato pulpito ligneo di autore ignoto.

Facciata:

La facciata si erge dinanzi all'ampia piazza di Torre San Marco, compresa tra modesti fabbricati a due piani che sovrastati dalla sobria maestosità ed eleganza dell'edificio sacro. Realizzato con elementi in laterizio, il fronte si articola in due registri individuati da una trabeazione fortemente aggettante posta a poco più di metà altezza; due vele in muratura, concluse da pilastrini con piccola sfera sommitale, fungono da raccordo tra il registro inferiore e superiore e celano alla vista i contrafforti che sporgono dalle fiancate della chiesa. Entrambi i settori della facciata sono poi ulteriormente suddivisi in scomparti rettangolari da due ordini di lesene con capitello tuscanico, di diverse dimensioni. A movimentare nel complesso la superficie muraria del fronte, oltre alla partitura architettonica suddetta, concorrono diversi elementi: una coppia di nicchie centinate, alcune specchiature con profilo mistilineo e i vani aperti per allogarvi le finestre e le porte. L'elemento che più richiama la nostra attenzione è l'ampio portale modanato, non tanto per la sua modesta ornamentazione quanto perché realizzato con una pietra bianca che stacca dal prevalente color cotto del paramento murario. A questo portale si affiancano due porte laterali più piccole che sembrano suggerire l'ingresso a navatelle interne; in realtà l'aula è a navata unica e le porte conducono a stanzini ospitanti rispettivamente un fonte battesimale e una scaletta a chiocciola. La facciata è infine coronata da una seconda trabeazione, più semplice, e da un frontone triangolare con timpano cieco.

Adeguamento liturgico:

Presbiterio - aggiunta arredo (2006)
In seguito al rovinoso cedimento del tetto causa neve, verificatosi nel novembre del 2005, i precedenti arredi in pietra e marmo del presbiterio (altare, ambone e piedistallo del tabernacolo) sono stati sostituiti con altri elementi di diversa fattura e materiale.